IL COMMIATO DEL PRESIDE DANERI
Il 1 settembre 2012 nasceva l’Istituto comprensivo Rapallo. Sono passati dieci anni esatti da quel momento, che segna anche il mio insediamento come Dirigente scolastico del neonato Istituto.
Alla fine del mio mandato, mi rivolgo a tutti i componenti dell’Istituto, allievi, docenti, assistenti amministrativi, collaboratori scolastici, genitori, e anche alla città di Rapallo, dove sono nato e cresciuto e ho insegnato per 17 anni, al Liceo Da Vigo, prima di diventare Dirigente scolastico. Sarà la professoressa Anna Grimaldi, Preside nell’ultimo triennio all’IC Cicagna, ad insediarsi come nuova dirigente dell’IC Rapallo. A lei auguro di cuore di poter vivere un’esperienza intensa, significativa ed arricchente dal punto di vista umano, quale è stato per me questo decennio. Nel passaggio del testimone, è doveroso un bilancio. In questi dieci anni sono state tante le sfide che abbiamo vissuto insieme:
– fin dall’inizio provare a costruire una collaborazione fattiva tra ordini di scuola che fino a quel momento avevano navigato parzialmente separati, curando i passaggi tra Infanzia e Primaria e poi alla Secondaria;
– offrire una scuola di qualità che sapesse valorizzare l’allievo che possedeva dei talenti, ma anche fornire strumenti di aiuto a quello che era in difficoltà;
– modernizzare le dotazioni dell’Istituto, sia come laboratori, sempre più ricchi e specializzati, sia come attrezzature per le classi, dai pc alle LIM e ai monitor touch di ultima generazione, installati quest’estate;
– inventare forme nuove per la didattica, col passaggio alle sezioni eterogenee nell’Infanzia, con la riflessione attenta sulle nuove modalità di valutazione nella Primaria, con l’attuazione di progetti innovativi come la straordinaria esperienza della Sezione digitale o quella dell’Ala americana nella Secondaria: decisioni e progetti attuati sempre e solo per favorire il miglioramento degli apprendimenti e il benessere di bambine e bambini, ragazze e ragazzi;
– coinvolgere, quando è stato possibile, anche gli allievi in progetti propositivi e accattivanti, come nell’esperienza del Consiglio comunale dei ragazzi, della raccolta differenziata applicata a scuola o dei concorsi di sensibilizzazione (come per il video al contrasto del cyberbullismo), per abituarli a pensare che possono e devono spendere energie a migliorare la vita della scuola e della città;
– non farsi travolgere dagli avvenimenti in questi durissimi tre ultimi anni, ma saper rispondere in maniera tempestiva e creativa alle problematiche poste dal lockdown e dalle norme di contenimento della pandemia;
– aprirci alla città, come con il progetto “Scuola XXL” che ci ha permesso, anche durante il lockdown, di erogare corsi e attività aperti a tutti i cittadini, mettendo a sistema quello che avevamo sperimentato per gli allievi e facendo diventare la scuola un luogo di cultura, un “porto di mare” accogliente e stimolante.
Tutto questo è stato ed è possibile solo grazie ad un “noi”. E’ stato ed è possibile grazie ad un gruppo straordinario di persone, che ha reso più semplice la mia responsabilità. E’ un gruppo costituito da persone comuni, ma che si sono coinvolte a sostenere l’idea di una scuola aperta,
moderna, coinvolgente, che funzionasse da punto di riferimento: si tratta di docenti di tutti gli ordini, di genitori, di collaboratori scolastici e di assistenti amministrativi, che si sono fatti carico di sostenere un impegno notevole. A tutti quelli che si sono impegnati in tale direzione va il mio più profondo “grazie”.
Fondamentale in tutti questi anni è stato il contributo del Comitato Genitori Rapallo, straordinaria esperienza di sostegno per la scuola, che negli anni ha realizzato raccolte di fondi, organizzazione di momenti di festa e partecipazione attiva, donazioni, pitturazione e supporto alla pulizia dei locali scolastici, allestimento di aule attrezzate, per ricordare solo le iniziative più eclatanti.
Purtroppo troppo spesso la politica e in generale l’opinione pubblica dimenticano facilmente quanto sia cruciale investire sulla scuola, non lasciare sola la scuola, sostenerla e non ingolfare la sua azione con mille richieste e pretese. La fase del monitoraggio dei casi positivi dello scorso gennaio ne è stato un esempio lampante, visto che sono state scaricate sulle scuole responsabilità che non erano certo di loro competenza. In queste situazioni per chi lavora a scuola o per chi è il responsabile diventa molto più difficile mantenere la barra dritta e ricordare quella che è la sua missione: costruire possibilità e occasioni per i ragazzi. Grazie a chi mi ha aiutato a tenere ferma la barra anche nei momenti più complicati.
Il bello di questo periodo è che non siamo mai stati ad aspettare aiuti dal cielo. Aiutati che il Ciel ti aiuta: è andata proprio così.
Nei primi anni, di fronte all’impellente necessità di aiutare le tantissime situazioni di bambini e ragazzi in difficoltà, ci siamo rimboccati le maniche e prima ci siamo inventati progetti di aiuto a costo zero, con gli allievi delle scuole superiori che venivano a fare da tutor ai nostri ragazzi (un progetto poi adottato da altre scuole del territorio), poi abbiamo cominciato ad avere riconoscimenti economici importanti come quelli della Compagnia di San Paolo, che in tre anni consecutivi ci ha erogato complessivi euro 40.000, per progetti di sostegno e valorizzazione. Poi abbiamo costruito una rete di collaborazione con tante associazioni del territorio, con l’obiettivo di offrire nuove opportunità a studentesse e studenti: il già citato Comitato genitori Rapallo, il Centro Amici S.Anna, Aiuateci ad aiutare, il Lions Club Rapallo, lo Zonta International, Rete popolare, le parrocchie della città, le associazioni sportive, altre ancora. L’accordo prevedeva anche la messa a disposizione di nostre risorse, come nel caso della rete con le associazioni che si occupano di doposcuola, quando i loro rappresentanti si sono formati con i nostri docenti sulla questione dei disturbi specifici di apprendimento.
Infine è finito il periodo delle vacche magre. Proprio quell’Europa, contro cui tanti si scagliano, a volte solo per convenienza politica, a noi ha fornito delle possibilità straordinarie: con i finanziamenti dei progetti PON europei abbiamo potuto arricchire la nostra offerta grazie a vari tipi di corsi, dal supporto allo studio delle discipline di base e dai corsi per i ragazzi stranieri alla preparazione alla certificazione delle lingue straniere, dal teatro ai fumetti e alle uscite didattiche dei Piani scuola estate degli ultimi due anni. Ma queste occasioni bisogna saperle cogliere: il nostro Istituto, insieme con l’IC S.Margherita Ligure, è quello che in Liguria ha “vinto” più progetti, in
questi anni: 18, di cui12 per la realizzazione di corsi per allieve ed allievi, 6 per l’acquisto di attrezzature, per un totale complessivo di euro 506.124 (ed è recentissima l’ultima autorizzazione per ulteriori 75.000 euro per la realizzazione di ambienti innovativi per la Scuola dell’Infanzia), come si può vedere sull’elenco di PON IN CHIARO.
La progettazione e la realizzazione di queste attività è sicuramente impegnativa, ma secondo noi è un’occasione imperdibile per fare la nostra scuola più bella, più ricca di occasioni di crescita e più attraente.
Una delle immagini più recenti e significative è aver assistito il 29 luglio (il 29 luglio!) in tarda mattinata alla esibizione finale del modulo di musica, con una trentina di ragazze e ragazzi a suonare, dopo essersi preparati per tutto il mese, con diversi genitori ad ascoltare e qualcuno anche a coinvolgersi con loro. Sono occasioni uniche. Se la scuola sa attirare un gruppo di allievi anche nei mesi estivi, allora significa che è un luogo dove si sta bene. Grazie a tutti quelli che ogni giorno lavorano per questo e a tutti quelli che ci hanno fornito aiuti nei momenti in cui non esistevano altre possibilità.
C’è un’altra cosa che fa ben sperare: la capacità di riflettere di un buon gruppo di docenti sul percorso che si sta compiendo. Quando dico “riflettere” intendo sapersi guardare allo specchio e riconoscere punti di forza e di debolezza del nostro agire: non è l’atteggiamento di chi ha sempre ragione, di chi pensa che solo lui o lei sa fare bene le cose, di chi è sempre e comunque pronto a lamentarsi, a criticare, a spargere polemiche, anche sui social. E’ l’atteggiamento di un gruppo, di quel gruppo straordinario di cui parlavo prima: in questi anni abbiamo operato delle scelte, a volte difficili, ma sempre con la stella polare del bene dei ragazzi. Nello scorso autunno inoltrato, poco prima delle vacanze di Natale, avevamo da imbastire il nuovo piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) per il 2022-25 e invece di compilare io, in solitudine, questo ulteriore adempimento, ho convocato un incontro libero di riflessione, cui hanno partecipato oltre una ventina di docenti. E’ stata un’occasione straordinaria per mettere a fuoco quelle che erano le criticità e quelli che potevano essere i percorsi per affrontarle. Tra l’altro, sono emerse considerazioni
– sull’importanza della cura delle relazioni interpersonali, messe a dura prova dal periodo pandemico;
– sullo stato di ansia che ha colpito tante persone e soprattutto ragazze e ragazzi;
– sull’importanza della ricostruzione di un patto reale tra scuola e famiglia, su basi non solo formali, e di un maggiore coinvolgimento dei genitori, da ricostruire, nel rispetto delle competenze di ciascuno;
– sull’importanza dell’acquisizione di reali competenze digitali per gli allievi, bravissimi a “smanettare”, ma ben poco competenti nell’usare le nuove tecnologie, fino a diventare esposti a rischi e pericoli;
– sull’importanza di comprendere BENE un testo (di svariati tipi) come base indispensabile e cruciale per un vero apprendimento.
Se una scuola sa mettersi in gioco, può più facilmente correggersi e raddrizzare la rotta. Una rotta che non può che avere come meta il successo formativo dei ragazzi. Penso in questo momento a chi si è perso per strada, a chi, forse, non ha incontrato la persona giusta al momento giusto. Ragione di più per costruire occasioni. Diceva Victor Hugo, uno che di situazioni difficili se ne intendeva: “Celui qui ouvre une porte d’école, ferme une prison”. La traduzione è semplice, “chi apre la porta di una scuola, chiude un carcere”, ma parafrasiamola così: “coloro che contribuiscono a costruire ogni giorno le opportunità che una scuola deve offrire, a renderla interessante, ad accendere la curiosità, ad aprirla a tutti, impediscono l’insuccesso, la devianza, il disagio sociale, l’abbandono”. Accanto ai ragazzi che si sono persi, con commozione, porto con me l’immagine di qualcuno cui la nostra scuola e i nostri docenti hanno cambiato in meglio la vita.
Per finire.
Ho imparato in questi anni che per vivere nella scuola, come nella vita, si può stare a calcolare su tutto o si può amare.
Porto con me, con la stessa commozione l’immagine di tanti, docenti genitori personale amici, che in questi anni non sono stati a calcolare la loro convenienza o a calcolare il tempo che avrebbero dovuto dedicare alla scuola. Hanno saputo dare se stessi, ben oltre il loro ruolo e il loro orario di lavoro. A loro, che hanno saputo costruire una straordinaria comunità educante, va tutta la mia gratitudine.
Un caro saluto a Tutti
Giacomo Daneri






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