E alla fine quel giorno è arrivato. Martedì 16 luglio la Pina ha consegnato al Preside badge e chiavi ed è uscita per l’ultima volta dal bancone.

Pochi passi, un gesto da nulla, ma un vero terremoto per gli alunni della nostra scuola, che non la vedranno più entrando a scuola al suo posto “di comando”. Già perché per generazioni di bambini “la Pina” al bancone è stata molto di più di un’immagine familiare: era la sicurezza di una medicazione dopo un graffio, un provvidenziale mandarino in caso merenda dimenticata, una parola di conforto in una giornata nera. Troppo stretta la definizione di “bidella” per chi riusciva nella stessa giornata a rivestire con disinvoltura i ruoli di receptionist, centralinista, infermiera, cartolaia per i distratti, psicologa per i malinconici, confessore per i pentiti, giudice di innumerevoli liti tra compagni. Catanese di nascita (di Randazzo), ma rapallina per scelta e di cuore, essendo il pragmatismo un po’ cinico ligure perfettamente confacente al suo carattere, Pina Mannino ha cominciato a lavorare come collaboratrice scolastica nel ’78, all’allora “Camillo Sbarbaro” (che è oggi l’ex Giustiniani: “Il cerchio si chiude!” dice lei), poi a Santa Margherita alla “Vittorio G. Rossi”, a Chiavari al “Caboto” e al “Delpino”, la cui succursale a Rapallo è divenuta poi il “Da Vigo”, dove è stata la bidella di molti dei docenti che ora insegnano all’Istituto Comprensivo Rapallo, fidata custode delle loro memorie da scolari.

Solare, energica, dai modi spicci, un’ironia tagliente che non risparmia niente e nessuno, Pina è una cantante mancata, come sa bene chi l’ascoltava rapito mentre rassettava i corridoi interpretando i grandi successi della musica italiana (la sua “Io vagabondo” è da talent show), ma alla bisogna è stata organizzatrice di eventi, giardiniera per gli spazi verdi dell’Istituto, cuoca per festicciole, segretaria di seggio durante le elezioni scolastiche, collaudatrice di ogni sorta di marchingegni costruiti dai ragazzi e una volta pure fotomodella, perfettamente a suo agio col suo abito rosa sorbetto alla sfilata di Crea il tuo abito. I colleghi l’hanno salutata all’hotel Italia con una roboante festa in musica che ha attirato l’attenzione dei turisti sulla passeggiata: difficile spiegare loro che per la scuola si celebrava un simbolo, come il castello lì di fronte. “E adesso?” chiedono disorientati i genitori che entrano in via Frantini 7 e non vedono al bancone i suoi colori sgargianti. Il rimpiazzo non sarà dei più semplici, nel frattempo per non sentire troppo la nostalgia il bidello Natale, che ha preso il suo posto al bancone, è già stato ribattezzato “Pino”.




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